Il Giro Podistico Internazionale di Castelbuono, gara di fondo su strada, nacque nel lontano 1912 per iniziativa di alcuni appassionati e, tranne le brevi e necessitate parentesi dei due conflitti mondiali, ha avuto ogni anno regolare svolgimento con una continuità che ha veramente del miracoloso se si considera che si svolge in un centro al di fuori dei grandi circuiti sportivi. Con i suoi 97 anni di vita e con le 84 edizioni, è senza ombra di dubbio la corsa su strada più antica d’Europa. La manifestazione, che si svolge il 26 di luglio, è inserita nell’ambito dei festeggiamenti in onore della patrona del paese: S. Anna. Proprio questo binomio sport – culto ha fatto si che negli anni il Giro diventasse “a cursa i sant’Anna”: un momento di sport, tradizione e partecipazione popolare, coltivato da molte generazioni di castelbuonesi. Cambiare questa data, scomoda e infelice per gli avvenimenti sportivi, sarebbe per i castelbuonesi un sacrilegio. Il Giro di Podistico non è una corsa qualunque ma la tradizionale e l’indissolubile appendice della processione di S. Anna, Santa patrona che la città celebra solennemente il 25, 26 e 27 luglio di ogni anno. Il Giro senza la folla, senza l’atmosfera frizzante della festa popolare, senza la suggestione del circuito cittadino con la gente ai balconi e lungo i marciapiedi non potrebbe certamente sopravvivere, perché mancherebbero gli elementi più caratteristici. La folla, per esempio, non è la solita che assiste ad un qualunque appuntamento sportivo. Circa ventimila persone si assiepano ogni anno ai bordi del percorso che si snoda all’interno del suggestivo centro storico della cittadina madonita, applaudono tutti i partecipanti, come se ciascuno dei concorrenti fosse un beniamino di casa. Si tratta di un percorso cittadino a saliscendi da ripetersi dieci volte per un totale di 11,410 chilometri. Il nastro di partenza della gara è sistemato in Piazza Margherita, posta al centro del paese. Qui gli atleti si schierano di fronte a via Roma, dove attendono il segnale di parrtenza. Proprio dalla via Roma i concorrenti affrontano i primi 300 metri, quasi tutti in rettilineo ed in leggera quasi impercettibile salita, che li porta in via Mario Levante, dove di colpo gli atleti si trovano ad affrontare una rapida salita di circa 150 metri. Un pezzo del circuito, quest’ultimo, che il più delle volte “taglia” le gambe ai partecipanti; è proprio in questo tratto di percorso che negli ultimi giri si decide la vittoria della gara. La salita di via Mario levante finisce su un piccolo dosso in piazza S. Francesco, dove i partecipanti sfilano per immettersi in via Cavour, un lungo rettilineo di circa 300 metri che permette agli atleti di effettuare un breve recupero. Conclusa via Cavour, gli atleti si immettono nella discesa di via Vittorio Emanuele che misura circa 200 metri. Proprio in questo tratto del percorso, gli atleti risentono della caratteristica che presenta la gara, con i suoi saliscendi in continua progressione in cui solo i più capaci riescono a concludere in bellezza. Finita la discesa gli atleti girano per il Corso Umberto e in questa via che gli atleti percorrono tutto il corso principale che conduce, dopo circa 250 metri all’arrivo posto in Piazza Margherita. La gara: è caratteristica nel suo genere, e rappresenta un vero e proprio banco di prova per molti atleti che si apprestano a chiudere un periodo di preparazione atletica in altura, pronti così ad affrontare una stagione intensissima di appuntamenti sportivi. La data in cui si svolge la gara, cade sempre vicino a qualche appuntamento importante per l’atletica internazionale quali Europei, Mondiali e Olimpiadi. Nonostante ciò, al Giro di Castelbuono è stato sempre presente al nastro di partenza un buon lotto di atleti, sono poche le gare su strada in Italia ad annoverare una star list piena di grandi campioni, che si sono contesi la coppa S. Anna ed il trofeo “Totò Spallino”. Né è testimonianza inconfutabile il prezioso Albo d’Oro che la corsa su strada più antica d’Europa detiene. Un documento di notevolissima importanza che tutti gli organizzatori su strada invidiano. Dal 1997, la manifestazione è stabilmente inserita nel circuito internazionale corse su strada del calendario IAAF. Un risultato arrivato proprio nel momento in cui si celebrava il ventennale della scomparsa dell’uomo alla cui immagine è legata la “corsa di S. Anna”: Totò Spallino. Totò Spallino, nato a Castelbuono nel 1914, fabbro poi passato alle Ferrovie dello Stato, negli anni trenta riuscì a trascinare intere generazioni di castelbuonesi alla pratica di attività sportive nonostante la totale assenza di mezzi e di strutture. Per oltre 40 anni fu l’organizzatore del Giro che riuscì a trasformare da manifestazione podistica centro meridionale a gara di livello nazionale ed internazionale. Le sue armi erano l’amico treno ma soprattutto la sua ricca personalità d’uomo e di sportivo. Totò girava, infatti, continuamente l’Italia a sue spese per presenziare agli appuntamenti podistici più importanti e stringere rapporti di personale amicizia con atleti, tecnici e dirigenti della federazione. Singolare il modo in cui riuscì a portare a Castelbuono Franco Fava nel 1977 strappandolo letteralmente ai campionati italiani assoluti di Roma. Totò si spense nell’ottobre dello stesso anno colpito, ironia della sorte, da un tumore al polmone: destino crudele per un uomo che non aveva mai toccato una sigaretta in tutta la sua vita e che, odiando le macchine e non avendo mai preso la patente, passava gran parte del suo tempo in bicicletta. Al buon Totò e intitolato il trofeo che ogni anno viene assegnato al vincitore della gara. Dal 1978 al 1993 il Giro fu organizzato da Totò Mazzola che seppe mantenere il fascino della corsa riuscendo, grazie alla preziosa agenda di Totò Spallino, ad avere a Castelbuono sempre il meglio dell’atletica nazionale ed internazionale. Dal 1994 ad oggi la gara è organizzata da un gruppo di appassionati volontari che nel nome del Gruppo Atletico Polisportivo Castelbuonese riescono tra mille difficoltà ad allestire ogni anno edizioni sempre più entusiasmanti. Fra i più prestigiosi i nomi dei grandi campioni che figurano nell’albo d’oro: Zarcone, Fava, Ortis, Pizzolato, Solone, Nicosia, Bordin, Bettiol, Koech, Cheromei, Akonay, Tergat, Silva, Chelule, Khannouchi, Hendrcik Ramaala. Ma con le strade di Castelbuono, pur non riuscendo a vincere, si sono misurati atleti italiani del calibro di Antibo, Mei, Poli, Modica, Panetta, e Giacomo Leone; e stranieri quali i brasiliani Da Silva e Castro, il portoghese Pinto, gli spagnoli Garcia e Fiz, i keniani Moses Tanui ed Ismail Kirui, il marocchino El Mouaziz in campo maschile, Curatolo, Munerotto, Florence Barsosio, Balsamo, Fiacconi, Ferrara, Gloria Marconi, Merima Demboba vincitrice dell’ultima edizione, in campo femminile nel 2003. Da oltre dieci anni, si è aperta una collaborazione con la RAI che trasmette in diretta su Rai-Sportpiù l’intera manifestazione con un’ora e mezza di trasmissione inviando a Castelbuono i telecronisti ufficiali per l’Atletica Leggera. Castelbuono, 10000 abitanti, sorge all’interno del Parco delle Madonie, di cui è sicuramente uno dei centri più vitali e caratteristici. Dista circa 80 chilometri da Palermo da cui è facilmente raggiungibile attraverso la rete autostradale e ferroviaria. La sua posizione geografica è sicuramente singolare: 400 metri sul livello del mare fra il verde intenso dei fitti boschi da un lato e l’azzurro dello splendido mare di Sicilia dall’altro, distante soli tredici chilometri. Otto secoli di storia, legati per buona parte alla nobile famiglia dei Ventimiglia,e al castello che ne è stata la loro abituale residenza, ne hanno consolidato l’importanza storico – artistica. Un appuntamento da non mancare, in cui sport, religione, culto e spettacolo si intrecciano in un unico avvenimento, nel cuore di un piccolo centro, che diventa per una intera giornata capitale dell’atletica mondiale.